Atleti e atlete si dovrebbero allenare allo stesso modo?

Holbrooke e Barr (1997)  affermano che allenare donne non è sostanzialmente diverso da allenare uomini,  anche se per certi aspetti di natura psicologica si presentano alcune differenze tra i generi:

• le donne e gli uomini reagiscono in maniera diversa al feedback (le donne tendono maggiormente a interiorizzare le responsabilità dell’insuccesso)

• le donne danno più valore degli uomini al miglioramento personale piuttosto che alla vittoria;

• sono più motivate dall’unità della squadra/ del gruppo (più motivate da un clima di squadra cooperativo, empatico e di condivisione); 

• è più probabile che le donne siano le prime a colpevolizzarsi nel caso di risultati scarsi (Ward 2014);

• le donne tendono a porre un accento maggiore degli uomini sul fair play e lo spirito sportivo (Ward 2014);

• in circostanze simili, sembra che gli uomini siano più orientati verso se stessi o verso il proprio “Io”, tendendo a voler “vincere ad ogni costo.

Holbrooke e Barr  mettono in rilievo però che tali differenze non hanno niente a che fare con i livelli di capacità delle atlete, con il loro desiderio e voglia di lavorare, la loro capacità di apprendere o tenacia mentale.

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